I miracoli di Gesù

(148)

L'uomo di Jabnia guarito (564.8 - 564.9)

(Gesù incontra per strada un uomo debilitato dalla fame, quasi morto e lo soccorre senza farsi riconoscere.)

"Dunque tu credi che Egli è il Messia?"
"Lo credo. Io non so bene cosa sia il Messia, ma credo che il Rabbi di Nazaret è il Figlio di Dio."

Gesù sorride luminosamente mentre chiede: "E sei certo che se è tale esaudisce te, incirconciso?"
"Ne sono certo perchè lo diceva Ermasteo. Diceva: <Egli è il Salvatore di tutti. Per Lui non ci sono ebrei o idolatri. Ma solo creature da salvare perchè il Signore Iddio lo ha mandato per questo>. Molti ridevano. Io ho creduto. Se io gli potrò dire: <Gesù, abbi pietà di me> Egli mi esaudirà. Oh! se sei di Efraim, conducimi a Lui. Forse tu sei uno dei suoi discepoli..."
Gesù sorride sempre di più e consiglia: "Prova a chiedere a Me che Io ti guarisca..."
"Tu sei buono, uomo. Vicino a te è tanta pace. Sì, tu sei buono come... come il Rabbi stesso, e certo Egli ti avrà dato potere di miracolo perchè per essere buono come sei non puoi che essere un suo discepolo. Li ho trovati tutti buoni quelli che mi si son detti tali. Ma, non ti sia offesa se ti dico che tu potrai anche guarire i corpi, ma non le anime. E io vorrei guarita anche quella, come è successo ad Ermasteo. Diventare giusto... E questo lo può fare solo il Rabbi. Io sono peccatore oltre che malato. Non voglio guarire nel corpo per morire poi un giorno, e con l'anima anche. Voglio vivere. Ermasteo diceva che il Rabbi è Vita dell'anima e che l'anima che crede il Lui vive per sempre nel Regno di Dio. Conducimi dal Rabbi. Sii buono! Perchè sorridi? Forse perchè pensi che sono audace a voler guarigione senza poter dare un obolo? Ma guarito che io sia potrò coltivare ancora la terra. Ho frutta bellissime. Che venga il Rabbi al tempo della frutta matura e lo pagherò con un'ospitalità lunga quanto Egli vuole."
"Chi ti ha detto che il Rabbi vuole denaro? Ermasteo?"
"No. Anzi egli diceva che il Rabbi ha pietà dei poveri e li soccorre per primi. Ma si usa con tutti i medici e... e con tutti, insomma."
"Ma non con Lui. Te lo assicuro. E ti dico che se tu saprai spingere la tua fede a chiedere qui il miracolo, e a crederlo possibile, lo avrai."
"Dici il vero?.. Ne sei certo? Già se sei un suo discepolo non puoi mentire nè errare. E benchè mi spiaccia non vedere il Rabbi.... voglio ubbidirti... Forse Egli, perseguitato come è... non vuole essere visto... non si fida più di nessuno. Ha ragione. Ma non saremo noi che lo rovineremo. Saranno i veri ebrei... Però: ecco. Io dico qui (si mette a fatica in ginocchio): <Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!>"
"E ti sia fatto come la tua fede merita" dice Gesù col suo gesto di imperio sui morbi.
L'uomo ha come un abbagliamento, ossia come una luce improvvisa. Capisce - non so se per apertura di intelletto o se per sensazione fisica, o se per tutte e due le cose - chi è Colui che ha davanti e con un grido così acuto che il mandriano, sceso verso la via, forse per vedere, affretta il passo.
L'uomo è a terra col viso fra l'erba. E il mandriano dice accennandolo col vincastro: "E' morto? Ci vuol altro che latte quando uno è finito! " e crolla il capo.
L'uomo sente e sorge in piedi, forte, sano. Grida: "Morto? Guarito sono! Risorto sono. Egli mi ha fatto questo. Non ho più languore di fame nè spasimo di malattia. Sono come ai miei tempi di nozze! Oh! Gesù benedetto! E come non ti ho riconosciuto prima?! La tua pietà doveva dirmi il tuo nome! La pace che sentivo vicino a Te! Fui stolto. Perdona al tuo povero servo!" e si getta di nuovo al suolo adorando.